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Gregorio Palamas. Il teologo di Bisanzio, sapiente e santo

TTL - Leggere i cl@assici

04/02/2006 Silvia Ronchey

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La Stampa

Una volta, si narra, un monaco esicasta sognò che nel tempio della Divina Sapienza della Costantinopoli Celeste si stesse svolgendo un concilio, dove tutti i teologi della storia stavano discutendo da tempo infinito, ma non riuscivano a trovare una conclusione. Solo quando Gregorio Palamas raggiunse gli altri padri e sedette sullo scanno più alto e fece convergere tutte le linee teologiche discusse per diverse cause e in diversi tempi in un solo punto, il concilio poté sciogliersi, perché nessuna cosa non era stata risolta. In realtà il dibattito, nella basilica celeste è ancora in corso. Malgrado Palamas sia stato santificato, a chiesa occidentale non ha ancora ammesso che la sua parola, profusa nelle opere ora esposte nel volume Gregorio Palamas e oltre (a cura di A. Rigo, Otschki, pp. 315, €38), chiude in effetti non solo le controversie del XIV secolo bizantino, ma l’intero dibattito teologico di quattordici secoli di cristianesimo


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