Silvia Ronchey

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Interviste

Si segnala un lieve calo d'intelligenza

Alain Robbe-Grillet, il guru dell'egualitarismo per la generazione degli anni 70, la chiama Nuova Ignoranza. E non ha confini. Il sintomo? «Siamo pieni di personaggi di successo e di potere che se la sono cavata benissimo senza avere studiato minimamente»

01/03/2005 Silvia Ronchey

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Capital

«La nostra società soffre di un abbassamento generale del livello d’intelligenza». Alain Robbe-Grillet, il profeta del Nouveau Roman, il guru dell’ultima avanguardia francese, il regista di film scandalosi come Slittamenti progressivi del piacere, sembra un ragazzo invecchiato. Ha ancora la barba curata e i riccioli ribelli che facevano fremere, negli anni 70, le studentesse francesi. Ma oggi che è sempre più spesso in Italia grazie alle iniziative di Giuliano Soria per la Fondazione Grinzane Cavour, la sua contestazione ha scelto un ber­saglio ben diverso da quello anti­autoritario che lo ha reso famoso. Il maglione nero a collo alto, la giacca di tweed consunta al punto giusto, la verve aggressiva di sem­pre, Robbe-Grillet attacca la Nuo­va Ignoranza. «Il calo d’intelligen­za nella nostra società è un feno­meno difficilmente misurabile. Tanto per cominciare, il pubblico dei film d’autore è scomparso».

 

Perché?

 

Sono possibili varie risposte. Probabilmente il ruolo della televi­sione è stato notevole. È diventata molto rapidamente un mezzo di abbrutimento. La tv è fatta per ab­brutire. Pensi all’icona americana di oggi, bambini fissi davanti allo schermo che mangiano pop-corn. Ingrassano fisicamente, ma dimagriscono mentalmente.

 

E da noi?

 

Il problema esiste sia in Fran­cia sia in Italia. Ho fatto i miei stu­di negli anni 20 e 30. Allora non si chiedeva ai ragazzi cosa volevano imparare. Si è sempre saputo che la pigrizia naturale dei giovani li spingerebbe a non imparare nulla. Ma ai miei tempi c’era una sorta di dovere di imparare. Tutti i ragazzi dotati per lo studio dovevano fare obbligatoriamente latino e greco. Avevamo ogni settimana 10 ore di latino e 5 di greco. Così si riusciva rapidamente a leggere i classici in lingua originale, cosa che ancora oggi riesco a fare.
 

Eppure tutta la generazione che lei ha ispirato, quella sessantottina, si è ribellata proprio a questo tipo di insegnamento, che riteneva sor­passato e inutile. È da allora che lo studio delle lingue classiche si è di fatto estinto nelle scuole.

 

In effetti non lo rimpiango. Il fatto è che era una cosa difficile. Oggi si pensa che non si debba so­vraccaricare la mente degli studen­ti con delle cose difficili. È un grave errore. La mente umana si svilup­pa solo quando deve innalzarsi un pò al di sopra delle sue possibilità. Adesso si vive sempre al di sotto.

 

Da che cosa dipende?

 

C’è un livellamento di base. Questo fa sì che non solo nessuno studia più il greco o il latino, ma neanche la matematica, perché an­che quella affatica. Visto che è più facile usare le calcolatrici, i ragazzi non sanno nemmeno più fare le addizioni, figuriamoci le divisioni, e se un giorno non avessero più le loro macchinette non saprebbero fare neanche due più due.

 

Scusi, ma questo livellamento non è frutto dell'egualitarismo che la generazione di cui lei è stato il guru reclamava?

 

Non è così semplice. Quello che oggi sta invadendo il mondo è un sistema di civiltà molto partico­lare. Siamo pieni di personaggi di successo e di potere che se la sono cavata benissimo senza avere stu­diato minimamente. Il caso più ce­lebrato è quello dell’attuale presi­dente degli Stati Uniti, un indivi­duo totalmente illetterato. È dav­vero un caso bizzarro. Gli devono suggerire le risposte, se no alla tv si limita a sorridere con aria vuota.

 

Be', G.W. Bush è un caso particola­re, se non altro perché appartiene a un'èlite, colta o incolta che sia.

 

No che non è un caso partico­lare. È il simbolo, se vogliamo, di un fenomeno sempre più di massa. Presto tutti i presidenti degli Stati Uniti saranno ragazzi che hanno lasciato la scuola a 11 anni perché erano troppo stupidi per seguire persino i programmi più semplici. Non è un caso particolare ma un fenomeno che ci riguarda tutti. Perché in effetti, se senza studiare potete fare i tennisti, i calciatori o i presidenti degli Stati Uniti, allora avete ragione a non fare nulla a scuola.

 

Ma ci sono comunque professioni alle quali non si può accedere senza un titolo di studio.

 

I titoli di studio, figuriamoci! Siamo pieni di francesi che hanno il diploma di maturità solo perché non è più un esame duro. Ripeto, è il sistema che abbassa il livello. Serve più gente con la maturità? Basta abbassare il livello dell’esame! È qui che si vede a che punto il sistema è perverso...

Robbe-Grillet è talmente indi-gnato che potrebbe continuare a parlare all’infinito. Siamo pronti a credere che se girasse un nuovo film lo intitolerebbe Slittamenti progressivi del sapere.           


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