In lotta contro l'oblio
Verità è in greco a-letheia, assenza di oblio. Sapienza è l’antitesi del dimenticare. Nella memoria risiede ogni progresso della condizione mortale.
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Verità è in greco a-letheia, assenza di oblio. Sapienza è l’antitesi del dimenticare. Nella memoria risiede ogni progresso della condizione mortale. E’ mantenendo viva la memoria che l’anima sarà affrancata dal ciclo delle consecutive morti ed episodiche vite ove scivola a causa di Lethe, l’oblio, secondo l’escatologia orfico-pitagorica di cui anche Platone fu a parte. «Di sete sono riarso e mi sento morire, ma datemi presto / la fresca acqua che scorre dal lago di Mnemosyne» è scritto nella lamina sepolcrale orfica cui è destinato un saggio di Pugliese Carratelli ora riprodotto in questa raccolta dei suoi scritti, primarie.
La ricerca storica, filologica, archeologica, epigrafica del grande antichista s’è orientata nel corso di un lungo itinerario intellettuale, in tre direzioni primarie: il mondo cretese-miceneo, l’antica Magna Grecia e la religione arcaica. Una tripartizione d’interessi rispecchiata dal presente volume, e dove il culto di Mnemosyne è filo conduttore e chiave unificatrice. Si può leggere tutta l’opera scientifica di Pugliese Carratelli come una storia dell’umanità in lotta contro l’oblio.
Attorno agli aspetti filosofici ed escatologici del culto elitario ed orfico della memoria ruotano i saggi sulla religiosità preolimpica e misterica. Ma la medesima Mnemosyne è genitrice delle Muse, il nome delle quali pure deriva dalla radice greca del verbo ricordare, ed è quindi protettrice della scrittura, ono prometeico, strumento divino per sconfiggere il tempo.
Alla nascita della scrittura sono dedicate le ricerche di Pugliese sul periodo cretese-miceneo, che segna appunto il passaggio dal primo sistema grafico noto ai greci, la scrittura sillabica lineare, all’acquisizione dell’alfabeto fenicio. Una chiara esigenza di attualizzazione della memoria storica domina l’interesse per la vicenda civile e religiosa dell'Italia greca. Lo studio sulla tirannia geloniana fu scritto da Pugliese negli anni Trenta, in sintonia con la militanza antifascista che lo condurrà al confino e di qui, fortunosamente, nelle isole dell’Egeo. A quegli stessi anni risale la frequentazione di Croce. La volontà di accertamento positivo del singolo dato, del «pur minimo segno», tipica del classicista, in Pugliese Carratelli è motivata e sorretta da un sistema di pensiero coerente, in cui filosofia e storia, sapienza e memoria si identificano.
Il culto orfico di Mnemosyne è quindi anche, crocianamente, consapevolezza della continuità della storia, la quale «sostiene chi nel tumulto quotidiano non dimentica l’eredità ideale operante tra quelli che la ignorano non meno che tra quelli che ne avvertono perenne l’azione».