Byzantinische Kultur: eine Aufsatzsammlung. II. Das Wissen
a cura di N. Gaul e S. Ronchey
2009
Peter SchreinerEdizioni di Storia e Letteratura
C’è una via serpentina che va seguita, se si vuole arrivare alla storia, e una porta stretta da varcare che di quella via è l’iniziale e ineludibile soglia: una costante attenzione ai dettagli apparentemente marginali, agli indizi materiali frantumati e dispersi dalla grande centrifuga della storia nelle biblioteche e negli archivi, laddove le tracce più preziose sono ancora prigioniere dell’oblio.
La scienza del passato, Altertumswissenschaft, insegna che senza filologia non c’è storia, così come, a sua volta, la filologia non esiste senza la paleografia. Per questo il secondo volume degli scritti di Schreiner raccoglie, sotto il significativo titolo Das Wissen, “la conoscenza”, quelli che potremmo chiamare i protocolli primari delle sue indagini, e cioè i suoi studi di paleografia. Dai quali emerge il percorso del massimo bizantinista vivente, dall’attività giovanile nella Biblioteca Vaticana fino ad arrivare, sempre seguendo le tracce “vive” dei reperti documentari, agli studi sull’iconoclasmo, o sui centri urbani dell’età mediobizantina, o sui finemente ramificati scambi tra Bisanzio e occidente durante la rinascenza paleologa e quella sua prosecuzione che fu il Rinascimento europeo.
Schreiner non si è fermato al particolare ‘tecnico’, ma ne è sempre asceso all’universale storiografico; e se in questo volume emerge meno la voce del conferenziere ex cathedra e più l’immagine del cacciatore di indizi chino, la lente in mano, a decifrare i più piccoli segni, non possiamo non sottolineare quale sia il più prezioso insegnamento che ne traiamo: la disciplina intellettuale del vero ricercatore, la capacità di una visione realmente critica di ciò che studia, non può permettersi di lasciare ad altri, quasi fossero compiti minori, quei primi sopralluoghi sui dettagli senza raccogliere e conservare i quali la scena del crimine, la sede prima dell’indagine del passato è inevitabilmente contaminata e corrotta, a vanificare il proseguimento dell’inchiesta.
Perché agli occhi di un buon allievo di Socrate e di Sherlock Holmes quale è Schreiner, nel dettaglio non si nascondono in realtà né il buon Dio né il diavolo. A manifestarsi in nuce, nel particolare, è già, in effetti, l’universale stesso.