Altrove
19/06/2006, Guido Ceronetti
La Stampa
Non risulta a Vespasiano da Bisticci che Federico da Montefeltro conoscesse il greco. Ma aveva studiato Omero e Platone, i tragici e i lirici. Si faceva sempre leggere qualcosa in latino, durante i pasti, per esempio le Storie di Livio. Gli piaceva anche l’italiano di Dante, Petrarca, Boccaccio. Soprattutto, adorava la filosofia.
Aveva una mente metodica e ordinata. Ogni cosa alla sua corte era bene organizzata e rigorosamente fuori moda come in un monastero. Per esempio, voleva che i libri fossero «scritti con la penna», su pergamena, e invece di comprare, come tutti, i nuovi incunaboli, manteneva una squadra di copisti. Mangiava poco, evitava i dolci e non beveva vino, ma sidro di ciliegia, di melograno o di mela