Silvia Ronchey

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Attualità e rubriche

Porfirio. L'allievo di Plotino, un maestro del pensiero forte | Sofocle. Edipo, il mito fondatore della psicanalisi | Sigismondo Malatesta. Il condottiero del XV secolo raccontato da un amico di Dumas

TTL - Cl@assici in rete

10/04/2004 Silvia Ronchey

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La Stampa

Siete sazi di pensiero debole? Volete misurarvi con un pensiero? Nei celebre volume collettivo dei 1983 curato da Vattimo e Rovatti, Il pensiero debole appunto. Umberto Eco additò l’Isagoge di Porfirio, come il modello più esiziale di pensiero forte che la storia della filosofia abbia prodotto: mediante questo scritto ii neoplatonismo tardoantico ha fornito alla filosofia medievale un mondo-modello corazzato e inattaccabile, derivante dalla micidiale mediazione della logica aristotelica con il sistema di Piatone. Oggi Isagoge di Porfirio esce curato e tradotto da Giuseppe Girgenti, con il testo greco a fronte e la versione latina di Boezio in appendice (Bompiani, pp. 212, €9,50). A voi giudicare la forza dei pensiero di Porfirio, l’allievo preferito di Piotino, ii maestro di Giambico, fautore detta Lettera a Marcella, il testamento morale dell'antichità.

 

 

Secondo Freud l’Edipo Re di Sofocle è uno dei tre massimi capolavori di tutti i tempi, insieme ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij e all'Amleto di Shakespeare. Quello di Edipo è il mito fondatore della psicanalisi e non a caso è sotto ii titolo «ii mito di Edipo» che la vecchia traduzione di Domenico Ricci dell’Edipo Re e dell’Edipo a Colono è riproposta nei Classici Superbur (pp. 271, €4, 99): una riedizione senza testo a fronte e non aggiornata, che guarda poco all'antichistica, alla filologia, ai progressi compiuti dall'antropologia storica e dalla storia della letteratura.

 

 

Charies Yriarte aveva seguito Garibaidi netta spedizione dei Mille e conosceva i iati meno noti del suo finanziamento da parte di Alexandre Dumas, che aveva investito 70.000 franchi in pistole e camicie rosse. Con Dumas aveva fondato a Napoli un quotidiano mitico, indipendente. Con le sue descrizioni di viaggi aveva ispirato a Verne scenari di romanzi, con le sue conversazioni nei salotti aveva strappato ai Goncourt commenti affascinati. Nel suo «Un condottiero dei XV secolo» (Raffaeli, pp. 423, €50), il classico che ispirò Berenson ed Ezra Pound, ora per la prima volta tradotto in italiano da Moreno Neri e corredato dei 200 disegni dell'edizione originale, rivivono la vita violenta e la filosofia occulta del più intellettuale e maledetto dei principi dei Rinascimento.


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