Silvia Ronchey

Benvenuti nel mio sito personale
  • Home
  • Articoli
  • Press & Media
  • Libri
  • Recensioni
  • Accademia
  • Ritratti
  • Agenda
  • Bio

Articoli

  • Noi e gli antichi
  • Noi e Bisanzio
  • James Hillman
  • Religione, teologia, mistica
  • Interviste
  • Attualità e rubriche
Attualità e rubriche

Teodora a teatro

Lettere da Bisanzio

10/06/1999 Silvia Ronchey

Articolo disponibile in PDF

Scarica il pdf (9296 Kbs)

Avvenire

Nel grande teatro della Porte St.Martin, a Pa­rigi, la massa degli spettatori fu estasiata da­gli arabeschi liberty disegnati da Victorien Sardou sulla figura di femme fatale che ave­va saputo trarre, molto liberamente e in fondo anche castigatamente, dalle narrazioni «se­grete» di Procopio, gli Anekdota, sulla base dell’edizione datane nel Corpus Bonnense da Wilhelm Dindorf (1833). La Théodora di Sar­dou venne rappresentata per la prima volta, con musica di scena di Jules Massenet, il 26 dicembre 1884, e cioè proprio sul cadere dell’anno fatale del decadentismo, l’anno in cui Joris- Karl Huysmans pubblicò A rébours, l’anno in cui Verlaine pubblicò in Jadis et Naguère la poesia Langueur: «Je suis l’empire à la fin de la décadence».
Pochi giorni dopo, nell’llustration Théâtrale del 3 gennaio 1885, apparve una detta­gliata recensione della pièce, con i disegni di Emile Bayard, che ne riproducevano, fedel­mente costumi e scenografia. Il dramma «in cinque atti e sette quadri» fu più tardi replicato molte volte in teatro, e soprattutto ripreso nel gennaio 1902 al Théâtre Sarah Bernhardt, nella messa in scena, celeberrima, in cui nei panni di Teodora recitò la divina incarnazione vivente della temine fatale di fine secolo.
Una singola, indignata voce di dissenso si era però levata in mez­zo al tripudio generale già dopo la prima, in quelle vacanze di Natale dell’84. Era la voce di bizantinista allora giovane e sconosciuto, che vent'anni più tardi, tuttavia, avrebbe pubblicato una sua Théo­dora storica (Théodora, imperatrice de Byzance, 1904), forse stimolato proprio dalla «in­tollerabile deformazione letteraria» che ave­va suscitato il suo sdegno alla rappresenta­zione di Sardou.
Quel giovane era Charles Diehl, il fondato­re della moderna bizantinistica in Francia.
Diehl aveva cominciato a studiare fin dagli anni ’80 il periodo proto­-bizantino, in saggi tuttora impor­tanti come quelli dell’amministrazione bizantina in Egitto e a Ra­venna. Ma la fama gli venne dopo il volgere del secolo. Una Théodo­ra, che, dichiaratamente, è solo la sintesi (esquisse) della più vasta monografia costituisce il capitolo terzo delle sue famose Figures byzantines (1908), che si collocano in quella re­gione incerta tra erudizione, biografia, ro­manzo, assiduamente praticata negli ultimi due secoli dal gusto estetizzante francese. Se il Glossarium di Du Cange entrò nella bibliote­ca di Des Esseintes, le Figures di Diehl non mancarono in quelle di Gide e di Valéry.
Proprio l’Illustration Theâtrale, che aveva ospitato la recensione entusiastica della pri­ma dell’opera, quattordici anni dopo, in un fascicolo dove ne riprodusse per intero il testo, ospitò, il 7 settembre 1907, un dibattito fra Diehl e Sardou stesso, ormai anziano, solo un anno prima della sua morte.
La critica che in nome della bizantinistica «scientifica» Diehl rivolse alla Théodora di Sardou, tuttavia, rispecchiava solo il morali­smo dello studioso, deciso a difendere la sua im­peratrice dalle fantasie del letterato - in realtà, come lo stesso Sardou sottolinea nella sua re­plica, ben più innocenti delle testimonianze di Procopio, già da tempo avallate da Gibbon. Sul piano storico e intellettuale, le fantasie di Diehl non debbono considerarsi quindi meno discutibili, nè immuni dalla misoginia tardottocentesca. Gli stereotipi dell’irrazionalità, dell’arbitrarietà e di una passionalità incon­trollabile servivano, nelle sue Teodore, a ma­scherare e esorcizzare la realtà storica di un inquietante potere femminile a Bisanzio. Così nasce, sotto la maschera della scienza e al­l’insegna della pruderie, la moderna nozione di «bizantinismo».


  • Home
  • Articoli
  • Press & Media
  • Libri
  • Recensioni
  • Accademia
  • Ritratti
  • Agenda
  • Bio


© 2025 Silvia Ronchey, riproduzione vietata.

Facebbok