Ginzberg. Il primo detective della verità divina
La maggiore opera di sistemazione della letteratura talmudica e rabbinica sul testo biblico: "Leggende degli Ebrei" di Louis Ginzberg
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Le frenesie del mercato editoriale americano non devono far dimenticare che la problematica del libro di Kugel non è, in realtà, affatto nuova. La controversa, infinita leggibilità della Bibbia ha prodotto in due millenni una tradizione letteraria immensa, specie all'interno dell'ebraismo. «Kugel ripropone una storia, dal punto di vista ebraico, vecchia di millenni» dice Elena Loewenthal, curatrice e traduttrice della maggiore opera di sistemazione della letteratura talmudica e rabbinica sul testo biblico, la monumentale raccolta delle Leggende degli ebrei di Louis Ginzberg, i cui primi due volumi sono recentemente usciti da Adelphi. «Che esista, come Kugel sottolinea, una difficoltà di fondo nella traduzione della Bibbia è assolutamente ovvio - continua Elena Loewenthal -. E' una distanza creata dalla natura stessa del testo. Ma la coscienza di questa difficoltà è presente da sempre all'esegesi ebraica, che per questo ha sempre affermato la necessità non solo di riavvicinarsi il più possibile all'originale, ma di riportare alla luce ciò che nel testo è implicito, dilatandolo magari all'infinito - poiché tutto è testo, dice la tradizione, non solo le frasi, ma le lettere, le parti delle lettere e le parti bianche fra di loro». Dunque il professore harvardiano è un pò troppo disinvolto nel proporre come nuovi i suoi dubbi interpretativi? «Decisamente. Non esce dal solco della tradizione, ma se ne appropria, presentando come originali degli spunti interpretativi antichi di millenni, già "trovati", già facenti parte del corpo della grande letteratura dei midrashim. La parola midrash significa ricerca, indagine, percorso: dunque anche rilettura, riesplorazione, ridiscussione. Tutta la storia di Eva, nei termini enunciati oggi da Kugel, era già stata riletta, riesplorata e ridiscussa ampiamente in passato, come si può riscontrare nel I volume delle Leggende del Ginzberg; e lo stesso vale per quella di Esaù, nel II volume». II titolo del libro di Kugel, La Bibbia com'era, sembra dare per scontato che nell'interpretare la Bibbia si possa avere in tasca una verità assoluta. «Il che è terribilmente supponente - continua Elena Loewenthal - e già di per sé in contrasto con i princìpi millenari dell'interpretazione biblica, con la dialettica della tradizione, che ha sempre detto il contrario: del dettato biblico non vi è lettura univoca, non esiste, nella traduzione della Bibblia, una sola, oggettiva verità». Nell'introduzione alle Leggende degli ebrei di Ginzberg lei scrive «Il nuovo altro non è se non l'innesto su di un fusto già esistente». Possiamo applicare questa definizione al libro di Kugel? «Direi proprio di sì. Vede, io sostengo che uno dei grandi talenti dell'ebraismo è stato quello di sapere sempre innestare il nuovo nella tradizione gradualmente, non per rivoluzione ma per sviluppo lento. Mi sembra che Kugel faccia il contrario: calca in tutto e per tutto le orme della tradizione, facendone passare le interpretazioni come sue invenzioni rivoluzionarie; e, cosa ancora più grave, ponendole come categoriche, il che è arbitrario e contrario ai princìpi. Sì, alla tradizione Kugel aggiunge pochissimo, se non uno slancio di ordine commerciale, in effetti alquanto nuovo».