E la storia giocò con un anniversario
Il 7 ottobre di 530 anni fa la battaglia di Lepanto tra cristiani e turchi
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Né Bush né Blair, né i loro consiglieri politici, né i capi della flotta occidentale dispiegata nel Golfo di Oman contro l'Islam dei talebani avranno certo avuto intenzione di ricordare, sferrando l'attacco proprio il pomeriggio del 7 ottobre, un anniversario altamente simbolico: quello della battaglia di Lepanto, combattuta dalla flotta cristiana contro lslam dei turchi esattamente 430 anni fa. Quel pomeriggio del 7 ottobre 1571 a Lepanto le forze delle maggiori potenze navali dell'Occidente aprirono le ostilità contro quelle raccolte dai turchi nei paesi asiatici, microasiatici, mediorientali, nordafricani e anche europei che la loro penetrazione aveva raggiunto. Già da secoli infatti la potenza islamica, come aveva scritto Tursun Beg, «avanzava nel senso del sole», da oriente a occidente. Ma a consentire lo scontro del nuovo modello islamico con il «modo di vita» e di guerra occidentali era stata la caduta di Bisanzio, l'impero della Seconda Roma, che da molti secoli si interponeva fra l'Occidente e la minaccia dei popoli islamizzati dell'Asia. Poco più di un secolo prima di Lepanto, gli intricati conflitti d’interesse degli occidentali e le istanze commerciali e finanziarie del protocapitalismo dei traffici avevano lasciato che Mehmet II conquistasse Costantinopoli. Da quel momento la guerra nel nome di Allah aveva acquisito una forza d'urto senza precedenti, eguagliata forse solo oggi dall'attacco alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono. Come oggi, anche al tempo della battaglia di Lepanto a minacciare l'Occidente erano ex-alleati degli occidentali. Se i veneziani avevano stretto accordi politici e commerciali col sultano già all'inizio del '400, se a far cadere Bisanzio erano stati i cannoni venduti a Mehmet II dai mercanti d'armi tedeschi, all'inizio del '500 i francesi, Francesco I e poi Enrico II, si erano alleati con la coalizione islamica in funzione antispagnola, favorendone ulteriormente l'armamento e l'espansione. Con la penetrazione ottomana si era introdotta nel vecchio mondo una considerazione nuova, più scarsa, della vita umana individuale. E aveva percorso le frontiere dell'Occidente un nuovo tipo di guerra, più feroce, la guerra etnica. Dopo i cannoneggiamenti della flotta della «sacra lega», nel pomeriggio di quel 7 ottobre, la vittoria ci fu, ma le perdite occidentali furono altissime. Il terrore che si era sparso in Occidente e la leggenda dell'invincibilità del sultano furono stroncati, ma fu paradossalmente proprio da allora che la distinzione tra Islam e Occidente non ebbe più senso. L'enorme costo bellico e umano impedì che la campagna continuasse. Anche se iniziò la sua decadenza marittima, l'impero ottomano restò saldamente insediato nei suoi domini. La presenza islamica nel Mediterraneo e nei Balcani fu ancora sostenuta dagli Stati europei, in funzione antinapoleonica, poi antirussa, fino alla Prima guerra mondiale, per arrivare ai più recenti conflitti dell'ex-Jugoslavia.